IL DOMINIO “DENTRO” L’INDIVIDUO

La società moderna è lo sviluppo delle civiltà imperialistiche di ieri, impostesi con la violenza e il saccheggio indiscriminati.

Cosa sono i “valori” del lavoro se non la lode alla mansuetudine dello schiavo di ieri?
Cos’è il “valore” dell’educazione o del senso civico se non l’encomio per la fedeltà data alla gerarchia che governa l’impero?
E cos’è l’elogio del progresso se non l’esaltazione propagandistica dei successi imperiali?

Gli imperi dei tempi antichi, eretti sul sangue delle tribù sottomesse e sviluppatisi nel tempo usurpando la libertà di numerosissimi altri individui, non sono mai crollati del tutto! Di quelle città sfarzose non rimangono che rovine, certo, e dei costumi di quei popoli non restano che tracce, a volte anche importanti, nei nostri usi. Ma la “forma mentis” che ha generato allora il demone del dominio non si è affievolita, anzi è giunta ad oggi più viva e pericolosa di prima giacché non più esterna all’individuo e a questi imposta, quindi riconoscibile come una minaccia alla sua indipendenza, bensì “dentro” l’individuo, trasmessa da padre in figlio con l’educazione e la cultura: essa quindi permea ogni aspetto del nostro vivere.

Di generazione in generazione questo morbo del “dominio” ha infettato la storia dell’umanità, aumentando di vigore ad ogni passaggio, consolidato dalle religioni, autorizzato dalle leggi, canonizzato dalla politica, veicolato dall’insegnamento scolastico. L’ultimo letale potenziamento è senza dubbio scaturito dalla convenzione dei mercati, in cui il profitto feroce è perseguito come priorità assoluta, a scapito dell’umanità stessa.

L’impero ellenico, quello romano, quello mongolo o l’impero britannico non si sono sciolti, bensì si sono uniti formando quello che oggi chiamiamo mondo civilizzato, il cui modus operandi resta regolato dalla violenza: la schiavitù viene edificata a libertà, la democrazia è un fantoccio privo di sostanza pieno solo di forma retorica, mentre il sopruso perpetrato dal “dominio” regola le vite di tutti fin dalla nascita.
La civiltà è quindi strutturalmente basata sul dominio, sostenuta dalle gerarchie e al riparo dal logorio del tempo grazie ad ogni nostro singolo consenso a questa realtà culturale; tuttavia molti rimangono della convinzione che, tutto sommato, questa pila di accadimenti storici violenti resti il migliore dei mondi possibili, l’apice evolutivo della civiltà di cui andare fieri e per cui val la pena prodigarsi.

Fonte: Iperfocale

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