MISERIA SOCIALE
Negli ultimi giorni ad Asti, su alcune vetrine commerciali, è comparsa la seguente proposta di lavoro: “Senza famiglia, di oltre 30 anni, non in sovrappeso, dal lunedì al venerdì, disponibile a lavorare undici ore al giorno, con orario continuato dalle 8.30 alle 19.30”.
A Torino invece oggi una donna disoccupata si è data fuoco davanti all’ufficio dell’Inps ed ora è in gravi condizioni con ustioni sul 70% del corpo.
Sottomissione, schiavismo, disperazione, eccoli gli sconcertanti effetti della società del dominio. Tutta la nostra vita deve essere subordinata al lavoro e se non lo troviamo ci immoliamo da soli all’altare dell’obbligo di produrre, per la mancanza di un’occupazione lavorativa che è l’emblema degenerativo di questa “instancabile” civiltà.
Ci poteva essere miseria sociale più grande?
Fonte: Sebastiano Alicata
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