PAGHERO’ DOMANI…
“Ah ah ah! Certo che vivi proprio in un altro mondo tu. Ma figuriamoci che speranza di successo potrebbe avere un ristorante come quello che vorresti aprire. Vedi ragazzo mio, se alle persone dai un dito poi si prendono anche il braccio! Davvero vorresti dare la possibilità a chiunque di mangiare nel tuo ristorante anche senza pagare, e come penseresti di mantenerlo economicamente? E poi usando quei prodotti, come li chiami? Biologici a chilometro zero… Bah, saresti sul lastrico in un mese, così poi devi trovare tu chi ti dà da mangiare!”
Il consiglio è sempre il solito: cerchiamo di confidare i nostri sogni a persone che non viaggino con le forbici in tasca, pronte a tagliarci le ali. Altrimenti un ristorante come quello sognato dal nostro amico potremmo non aprirlo mai, mentre sono già tante e tanti ad averlo sognato e …realizzato. Per esempio ecco a voi una coppia poco conosciuta ma, rivoluzionaria: Brad e Libby Birky. Durante un volo da Austin a Denver, scribacchiando sopra un tovagliolino di carta, realizzarono che le loro passioni per il servizio sociale, per l’insegnamento e per l’arte culinaria avrebbero potuto riunirsi in un unico progetto: Same.
Prendendo le singole lettere Same diventa So all may eat: “Così tutti possono mangiare”. Ed è proprio quello che succede in questo incredibile ristorante. Ma attenzione, non stiamo parlando di una mensa per i poveri. Stiamo parlando di un tempio della buona cucina, del cibo salutare, biologico, locale, a chilometro zero. Stiamo parlando della scommessa di offrire a chiunque la possibilità di nutrirsi con gusto e all’insegna della salute, prescindendo dalle proprie disponibilità economiche. Come? Sono io, cliente, a decidere il prezzo delle singole portate, non c’è un menù con i prezzi già scritti. E sempre io decido se pagare il prezzo intero, o se pagare meno perché sono in un momento di ristrettezze economiche. O se invece pagare di più, così da coprire anche i pasti di chi è meno fortunato. Oppure, se la mia situazione è davvero critica, posso decidere di non pagare proprio niente, offrendo un’ora del mio tempo come volontario, per far funzionare questo stupendo progetto. Posso anche… pagare domani. Perché alla porta non ci sarà nessuno a presentarmi il conto, troverò solo una cassetta dove depositare la somma che ho scelto di pagare. Così ogni cliente ha eguale dignità, essendo libero e anonimo nella propria scelta. Parafrasando la celebre frase della campagna presidenziale di Clinton, possiamo affermare: “Non è l’economia, stupido”. Sono il buon cibo ed una comunità viva e vera, riunita intorno a un tavolo. È questo che permette a Same e ad altre decine di ristoranti paga quanto vuoi di funzionare bene, di diffondersi, di essere la rivoluzione nel mondo della ristorazione: Brad e Libby sono passati da 6.000 pasti serviti a 18.000 nel giro di soli tre anni e insieme agli altri ristoranti paga quanto vuoi servono ogni anno un milione e trecentomila pasti in tutta la nazione. Una nazione dove, è bene ricordarlo, un americano su sei vive in condizioni di insicurezza alimentare. Grazie Libby, grazie Brad, ci confermate ancora una volta che l’economia dei sogni è già arrivata! Chi sarà la prima o il primo ad aprire un Same in Italia?
Tratto da: 33! L’economia che fa cantare di gioia
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