MUSICA PER LE NOSTRE ORECCHIE
“Sei come quelli che le urlavano dai finestrini delle auto: ‘Va’ a trovarti un lavoro!’ Quando qualcuno chiede qualcosa agli altri, per te sbaglia sempre, vero? Dobbiamo guadagnarci i nostri soldi, altrimenti siamo parassiti… Ma dimmi la verità, adesso, tu quanto pagheresti per essere un po’ meno solo?”
“Va’ a trovarti un lavoro!” Era una frase che le veniva urlata spesso dai finestrini delle auto, mentre recitava per le strade come statua vivente, la “sposa alta 3 metri”. La sposa era Amanda Palmer, oggi un’acclamata artista internazionale. Per ogni monetina che riceveva dai passanti, regalava un fiore e, soprattutto, donava un contatto visivo intenso, I see you (io ti guardo). Per degli spaesati metropolitani, invisibili al mondo, quell’esser riconosciuti, anche se per pochi secondi, aveva un valore importante, risvegliava un sentimento di connessione, diminuiva la solitudine. Ma per gli automobilisti cafoni non era mica un lavoro quello! Era solo una che chiedeva soldi.
A distanza di tanti anni, Amanda continua da molti ad esser definita così. Da molti ma per fortuna non da tutti, sicuramente non dalle migliaia di fan che adorano la sua musica e la sua capacità di instaurare un vero contatto con loro. Come ai tempi della “sposa alta 3 metri” Amanda continua ad offrire sincere e profonde occasioni di incontro e… continua a chiedere. Senza vergogna, con la consapevolezza del naturale equilibrio e fluire di questo dare e ricevere. “Sono in tournée e ho bisogno di un pianoforte per esercitarmi” ed ecco qualcuno che la invita a casa sua per suonare. “Sarò nella vostra città con la band e non sappiamo dove dormire” ed ecco chi si offre subito per ospitarla. Ogni esperienza mantiene la connessione, crea legami preziosi. Il suo pubblico la apprezza ed il suo secondo album vende 25.000 copie, ma per la sua casa discografica son piccolezze e la mollano al palo.
Dopo pochi giorni si presenta un fan con un biglietto da 10 dollari e le dice “Mi dispiace molto, ho scaricato il tuo cd da un amico, voglio darti questo denaro”. Da quel momento Amanda decide di lasciar perdere la casa discografica, di offrire la sua musica gratuitamente e di chiedere aiuto al suo pubblico. Lo chiede sul web e circa 25.000 persone le offrono oltre un milione di dollari! Il più grande finanziamento volontario di sempre in ambito musicale. Quelli che la criticano (“già perché così si è arricchita”), quelli che la interrogano (“ma come fa a convincere la gente a pagare la musica?”), o che la studiano senza capirla, non si rendono conto che il segreto di Amanda Palmer ha un nome: fiducia. Fiducia nel valore della propria creatività, fiducia nel valore dei doni reciproci, fiducia nell’affidarsi agli altri, nel chiedere ciò di cui ha bisogno, fiducia nelle persone che incontra sopra e sotto il palco, nella sua comunità.
Gli artisti prima di diventare star e di allontanarsi – proprio come se fossero stelle – dalla gente, hanno sempre fatto parte integrante delle proprie comunità, forse non erano masse da stadio, distanti e impossibili da toccare, ma un gruppo di persone reali sulle quali contare, alle quali abbandonarsi. E proprio una comunione e un abbandono fiducioso è anche quello che Amanda ha sperimentato mettendosi, in ogni senso, a nudo in mezzo ai fan e lasciando che disegnassero sul suo corpo esprimendo tutto il loro legame fortissimo. Insomma, questa di Amanda è davvero una musica, e una storia, per le nostre orecchie. Il mercato della musica è in crisi perché nessuno la compra più? Il mercato dell’editoria è in crisi per colpa degli ebook? E se una possibilità si nascondesse nelle pieghe del vecchio vestito da sposa di Amanda? I see you, io ti guardo, tu mi guardi, e quando ci guardiamo veramente, superiamo qualsiasi crisi…
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