Il Lavoro
“Oggi nessuno è obbligato a lavorare ma per onestà intellettuale bisogna ammettere che chiunque contesti il paradigma del lavoro e intenda vivere al di fuori dello “schema lavoro”, magari andando a vivere in un bosco, subisca una violentissima pressione sociale che arriva sino alla derisione e alla perdita di credibilità, senza contare che sono sempre meno i luoghi in cui poter mettere realmente in pratica una simile scelta di vita poiché la terra è divorata dalla proprietà privata, dall’inquinamento e dalla cementificazione, rendendo una scelta non facile estremamente difficile.
Quindi oggi si è forzati a lavorare per sopravvivere, ovvero, forzati ad accettare ad esempio di ripetere per 8 o più ore al giorno operazioni che non piacciono o sono nocive per la salute, in luoghi che non piacciono o che sono addirittura insalubri, con persone che non ci piacciono o che addirittura danneggiano l’equilibrio emotivo e psicologico, restando immersi anche qui in contesti dove persistono competizione, gerarchia e controllo.
Si è circondati infatti da un’esplosione di casi di mobbing e di burnout da lavoro.
Secondo il Rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro solo nel 2017 si sono contati 2.78 milioni di morti sul lavoro nel mondo, 1 ogni 15 secondi. La malattia professionale che più colpisce i lavoratori è il cancro, dovuto in particolare all’esposizione a sostanze come amianto, catrame, carbone. Questo è il lavoro.
Eppure davanti a questo concetto ci si pone generalmente in maniera entusiastica: il lavoro non viene più nemmeno dipinto come una triste necessità ma come un valore, un obiettivo, un punto di arrivo, motivo di realizzazione e addirittura se non si lavora non si sa cosa fare e chi non lavora “è bene che resti ai margini di questa società”.
È evidente quindi un intervento culturale profondo che ha mascherato il concetto di schiavitù salariale fornendone una versione falsata, più accettabile, senza la quale oggi l’essere umano non potrebbe comportarsi come un criceto mansueto che non sa nemmeno più cosa sia essere un criceto ma è solo felice di correre sulla ruota per dare energia alla macchina produttivista ed è persino grato quando, in cambio di una vita in schiavitù, gli viene riempita la vaschetta di semini attaccata alla gabbia.”
Da “Autopsia dell’Essere Umano”
Video della presentazione
Presentazione in PDF
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