LA NORMALITÀ CHE TRAUMATIZZA.
Persone affette da disturbo da stress post traumatico. Hanno vissuto una guerra? Un rapimento? Un incidente? No, sono moderatori di un social.
Queste persone per lavoro controllano i contenuti di Facebook segnalati perché non conformi alle cosiddette “norme della community”. Per verificare questa ipotesi è necessario visualizzare il contenuto. Così il lavoro di questi individui è quello di essere costanti spettatori della normalità altrui, tanto normale da essere pubblicata su un social, talmente terrificante da divenire un trauma.
Potremmo fermarci un attimo, solo un attimo, per ragionare su cosa stia diventando questa vita trasformata in un palcoscenico senza senso, dove si può mettere tranquillamente in scena tanto un’esistenza ripetitiva e alienante, fatta passare per qualcosa di gratificante, quanto efferati atti di violenza insensata e sadica, fatti passare per divertimento. Potremmo ragionare su quanto siamo disumanizzati, mercificati e mercificanti, diventati aguzzini e al contempo vittime. Ma non c’è tempo: stanno già pensando di sostituire queste persone con delle intelligenze artificiali, talmente sofisticate da riuscire a discriminare contenuti riguardanti scene di nudo, violenza, incitazione all’odio, ecc. e quindi valutare se siano pubblicabili o meno. Un’intelligenza artificiale farà da guardiano alla nostra alienazione. Problema risolto. Potete tornare alle vostre vite.
Alcuni moderatori di Facebook hanno rotto il silenzio per raccontare quello che hanno visto
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