CURARE IL MALESSERE CON LA CAUSA DEL MALESSERE
Considerare l’esistenza umana un flusso sempre identico di “operazioni” e di “visioni” regolabili, misurabili, trasponibili è folle quanto pensare che la specie animale umana sia fatta per vivere in cubi di acciaio e cemento con tempi cadenzati da oggetti posticci che suonano per svegliarci, per farci procedere lungo una strada d’asfalto, per farci “comunicare” fra noi.
Il malessere che l’umanità manifesta in forme diverse è in larghissima parte dovuto proprio a questo pensiero folle. Alla malsana idea che tutto “questo” progresso sia la “normalità” per la nostra specie.
Il malessere si manifesta in diverse forme e raggiunge il suo apice quando scavalca completamente persino il nostro istinto primario, quello della sopravvivenza, rendendo accettabile l’idea del suicidio come rimedio ai “dolori dell’esistenza”.
Paradossalmente pare quindi che il rimedio a tutto questo non sia fermarsi tutti in blocco e ripensare assieme alla nostra esistenza, boicottando, disertando e resistendo a tutti i meccanismi “civilizzati” che ci hanno portati a non essere nemmeno sostenibili per il nostro stesso pianeta, cercando di recuperare il nostro rapporto con la natura, no.
Il rimedio a questo malessere, udite udite, è somministrare scosse elettriche al cervello, ad esempio, per arginare il fenomeno dei comportamenti compulsivi. Il rimedio è ibridarsi ancora di più, sempre di più con le macchine. Cedere la nostra essenza blocchi di ferro, lamine d’acciaio e cavi che collegano ponti di silicio, cedere la nostra la nostra essenza ai proprietari di queste macchine ha la proprietà non ci renderà migliori, non ci affrancherà dall’alienazione della nostra civiltà fallita. Ci renderà solo più incapaci di “sentire”. E noi siamo animali che sopravvivono “sentendo”. Sentendo gli altri e il mondo attorno.
Marvin Minsky, il principale promotore del programma scientifico per la realizzazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) <<Descriveva il cervello umano come nient’altro che una “macchina di carne” e considerava il corpo un “ammasso sanguinolento di materia organica”, come un “teleoperatore del cervello”>>.
Fonte: Un interruttore cerebrale per i desideri irresistibili
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