La storia del corpo umano
In biologia evolutiva esiste il concetto di “mismatch evolutivo”, utile a spiegare come la maggior parte dei nostri problemi e delle nostre malattie sono dovute al fatto che il nostro organismo non ha avuto il tempo di adattarsi alla vita civilizzata. Per esempio abbiamo acquisito la posizione eretta perché era più funzionale a percorrere grandi distanze, ovviamente all’aria aperta, col nostro corpo totalmente esposto al sole in modo che la nostra pelle potesse assimilare la vitamina D, importantissima per il nostro sistema immunitario. Oggi viviamo dentro le nostre case o dentro i nostri uffici, vestiti e in poltrona. È chiaro che la ridotta esposizione al sole e il mancato esercizio fisico avranno delle conseguenze negative sulla nostra salute. Ma questo è solo un esempio.
Nessuno può avere le prove, ma è estremamente improbabile che prima della rivoluzione neolitica soffrissimo di diabete, di sciatica, di problemi cardiovascolari o di depressione. Avevamo sicuramente altri problemi, ma erano problemi alla nostra portata perché ci siamo evoluti per affrontare quei problemi.
È impensabile che ci siamo evoluti per affrontare uno sfratto, un licenziamento, o il mobbing. Figuriamoci se ci siamo evoluti per affrontare un crac finanziario, un disastro nucleare o una guerra mondiale.
“Andando ancora oltre, dal momento che oggi l’evoluzione culturale è la forza di cambiamento dominante tra quelle che agiscono sul corpo umano, se consideriamo le interazioni tra l’evoluzione culturale e i corpi che abbiamo ereditato e che stanno continuando a evolvere, possiamo comprendere nel modo migliore perché sempre più persone sono soggette a malattie da mismatch e anche come possiamo prevenirle. Queste interazioni, talvolta, mettono in atto una dinamica perniciosa che tipicamente funziona così: in primo luogo, ci ammaliamo di una malattia non infettiva causata da un mismatch evolutivo e dovuta al fatto che il nostro corpo è poco o per nulla adattato agli ambienti nuovi che abbiamo creato grazie alla nostra cultura. Di conseguenza, per varie ragioni, talvolta non siamo in grado di prevenire le malattie causate da mismatch evolutivo; in alcuni casi non conosciamo la malattia abbastanza bene da poterla prevenire; spesso, gli sforzi volti alla prevenzione falliscono perché è difficile o impossibile cambiare i nuovi fattori ambientali responsabili del mismatch; talvolta, persino, curiamo i sintomi in modo così efficace che, involontariamente, ne perpetuiamo le cause. In ogni caso, tuttavia, se non affrontiamo le nuove cause ambientali delle malattie da mismatch, consentiamo l’instaurarsi di un circolo vizioso che consente alla malattia di continuare a diffondersi o in alcuni casi di diventare più comune o più grave. Questo meccanismo di retroazione non è una forma di evoluzione biologica, perché non trasmettiamo le malattie da mismatch ai nostri figli direttamente; si tratta piuttosto di una forma di evoluzione culturale, perché quello che trasmettiamo ai nostri figli sono gli ambienti e i comportamenti che le provocano.
[…] dovrebbe essere chiaro come la maggior parte delle malattie di cui soffriremo siano causate o intensificate da fattori ambientali diventati comuni soprattutto dopo l’avvento dell’agricoltura e dell’industrializzazione. Per la maggior parte del corso dell’evoluzione umana la gente non ha avuto l’opportunità di ammalarsi o di contrarre malattie invalidanti come il diabete di tipo 2 o la miopia; ne consegue, quindi, che una percentuale consistente delle condizioni mediche che oggi caratterizzano gli esseri umani deriva da mismatch evolutivi: le malattie sono causate o aggravate dallo stile di vita moderno, in scarsa sincronia con l’antica biologia del nostro corpo.”Tratto da: La storia del corpo umano.
di Daniel E. Lieberman, professore di biologia evolutiva umana ad Harvard.
Presentazione Autopsia dell’Essere Umano
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