Donne della civiltà
Quando l’isteria era ancora considerata una malattia (fino al 1980), la terapia consisteva nel masturbare le donne fino al raggiungimento dell’orgasmo, solo che invece di chiamarla “masturbazione” veniva chiamato “massaggio”, e “l’orgasmo” veniva chiamato “parossismo isterico”.
Tutto questo in base alla convinzione che l’isteria dipendesse dallo spostamento dell’utero dalla sua posizione originaria e che il “parossismo isterico” aiutasse a riportarlo al suo posto.
Purtroppo bisogna tenere conto che gli studiosi sono sempre stati molto influenzati dalla cultura e dalla morale del loro tempo, nonché dalla necessità di risultati ritenuti apprezzabili per fare carriera (che tendenzialmente non vanno contro la corrente scientifica del momento), quindi il fatto che queste contraddizioni abbiano sempre fatto fatica ad emergere non ci deve sorprendere molto. E non dovrebbe neanche sorprenderci che succeda ancora oggi.
In particolare le donne nella storia della civiltà hanno quasi sempre dovuto fare i conti con culture patriarcali e li fanno ancora oggi, nel senso che hanno sempre dovuto lottare con una narrazione che le vedeva in qualche modo come oggetti di proprietà dell’uomo. Persino nel rito del matrimonio è celata la violenza con la quale, sotto gli occhi di tutti gli invitati, il padre “cede” la sua figlia “fertile e illibata” al futuro marito. L’etimologia stessa della parola “matrimonio” – mater unito al suffisso – monium, fa riferimento al “compito di madre” più che a quello di moglie, ritenendo che la completa realizzazione dell’unione tra un uomo e una donna avvenga con l’atto della procreazione, con il divenire madre della donna che genera, all’interno del vincolo matrimoniale, i figli legittimi.
Nell’immagine la locandina del film commedia “Hysteria” del 2011, ambientato nella Londra vittoriana in cui le donne facevano la fila dal medico per curare la loro isteria con regolari “parossismi isterici”.
Presentazione Autopsia dell’Essere Umano
Presentazione di Critica radicale alla Civiltà
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