Egualitarismo
Lo psicologo americano Peter Gray, che ha osservato diversi gruppi di cacciatori – raccoglitori, non solo è assolutamente convinto della loro naturale propensione all’egualitarismo, e con lui la maggior parte degli antropologi “post-Hobbesiani” (come Wells, Scott, Woodburn, Montagu, Boni, ecc.), ma ha anche individuato 3 fattori comportamentali funzionali a questo modo di vivere.
Il primo fattore comportamentale è detto “dominio inverso”, vale a dire che in queste comunità non è ben visto vantarsi, agitarsi o cercare di dominare in qualche modo, anzi i soggetti che ci provano vengono ridicolizzati all’unisono dalla comunità al fine di sgonfiarne l’ego. Il potere, in ogni sua manifestazione e sfumatura, è per queste bande qualcosa di assolutamente ridicolo.
Il secondo fattore individuato da Gray è il mantenimento del lato ludico e del gioco in tutte le fasi della vita biologica di un individuo. La spinta al gioco si rivela un fortissimo collante sociale.
Il terzo fattore comportamentale individuato è l’educazione dei figli che avviene in modo libertario e condiviso nel gruppo. Questo tipo di educazione genera sentimenti di fiducia e accettazione in ogni nuova generazione. Non esistono sentimenti di proprietà genetica dei bambini, i quali vengono cresciuti dall’intera comunità. Ai bambini è permesso educare sé stessi attraverso il gioco e l’esplorazione autonoma.
Peter Gray chiarisce inoltre che il luogo comune che vede questi gruppi come immersi nella violenza è dovuto all’enorme confusione che si fa generalmente tra bande di cacciatori-raccoglitori nomadi e tribù agricole primitive, che sono bellicose e non egualitarie.
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