L’ORRORE DELLA NORMALITA’

Ci siamo talmente tanto separati dal nostro ambiente che ne abbiamo dimenticato i ritmi regolatori, le fasi, abbiamo dimenticato di farne parte e di esserne dipendenti sotto ogni punto di vista. Il “regno” vegetale (regno perché lo dominiamo a piacimento) è completamente stravolto da recinti, pratiche agricole vincolanti, deforestazione, abbattimenti, modifiche genetiche. Il “regno” animale (del quale facciamo paradossalmente parte) è assoggettato ormai alla più totale mercificazione e reificazione. Sono oggetti. Tutto è oggetto a servizio dell’uomo civilizzato.
La genetica si premura di togliere le corna alle mucche, di rendere meno vulnerabili ai virus i maiali, i polli. Tutto per l’idea economica di valore, di vendita e di acquisto. Di “consumo”. Eppure è così facile capire che sono esseri che desiderano vivere, esistere. C’è qualcosa, che resiste a tutto questo dentro di noi, che ce lo suggerisce in maniera ancestrale. Lo sappiamo bene quando li guardiamo negli occhi.
Ma le mucche, i vitelli, i buoi, i cavalli, i polli e le galline sono soltanto oggetti, come le foreste e i mari, i fiumi, le montagne e i laghi. I cani no. I gatti nemmeno. Almeno in occidente. Eppure anche per questi ultimi la genetica lavora sodo al fine di renderli plasmabili ai nostri bisogni indotti. Il bisogno di quiete, di bellezza, di interazione pacifica. Si ammansiscono i loro tratti caratteriali, le loro pellicce alterate e manipolate secondo le mode del momento. E questa è la normalità della civilizzazione. L’addomesticamento totale del pianeta intero. Ma non è forse addomesticamento anche questa recente abitudine della nostra specie a non farsi domande su come si vive? Ad accettare come “normale” l’orrore più terrificante? A credere sia sostenibile la manipolazione genetica di esseri viventi in origine nati liberi esattamente come noi? L’orrore della normalità lo si scorge in queste righe, in cui con il solito fare altisonante, le riviste scientifiche pontificano sulla bontà della manipolazione genetica. L’orrore lo si percepisce nel silenzio di chi ogni giorno accetta che questa sia l’unica realtà possibile.

<<In Scozia si lavora anche su altri filoni, tra cui i maiali resistenti alla peste suina africana, i polli immuni all’influenza aviaria, i bovini migliorati per aumentare la produzione di latte nelle aree tropicali. […] In America, invece, gli animali simbolo della nuova stagione biotech sono le Holstein private delle corna per via genetica anziché chirurgica, come si fa normalmente per evitare che gli animali si feriscano tra loro.>>

Fonte: Quando arriveranno le bistecche editate?

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