Devastazione a doppio taglio
Chernobyl distrutta dall’uomo nel 1986 e Chernobyl oggi, dove la natura riprende i suoi spazi.
Da millenni basiamo il dominio sulla nostra intelligenza. Uccidiamo gli animali perché non sono in grado di comprendere, devastiamo la Terra perché ce la siamo conquistata, difendiamo il polo nord perché fa parte del patrimonio umano; non solo sottovalutando, ma ignorando completamente l’idea di far parte di un unico macrocosmo fatto di equilibri ed armonia. La casualità della Terra è l’unica legge esistente e l’unica che ci esentiamo dal rispettare in quanto non frutto di menti umane. La devastazione del mondo naturale che ci circonda è parallela alla devastazione del mondo naturale intrinseco nell’essere umano: la civilizzazione ha portato malattie fisiche e mentali, le regole hanno dato una struttura innaturale alla nostra mente che sta inesorabilmente collassando assieme all’impero di cemento che abbiamo costruito nei 15.000 anni di antropocentrismo. Ciò che da millenni riteniamo naturale dell’essere umano, come la competitività, non è nient’altro che frutto dell’erronea ideologia egocentrica, che ci ha portato a devastare l’equilibrio perfetto di empatia e collaborazione di ogni individuo libero.
L’intelligenza umana è quella peculiarità che ha permesso di costruire Chernobyl, la bomba atomica, le armi chimiche, i confini, il governo, gli stati, le dittature, gli allevamenti intensivi, le scuole, le droghe chimiche, il lavoro; la stessa peculiarità che, allontanandoci dalla nostra vera natura ci fa ammalare di depressione, di cancro, di malattie psicosomatiche, rendendoci inermi, manipolabili, fragili, frustrati ed annientati dalla vita stessa.
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