UNA COSA, UNA TROIA, UNA DONNA A META’
Per quella volta in cui mi hanno dato della troia
Per ogni pressione sociale sull’essere bella e gentile.
Per quel lavoro non retribuito, sottopagato, non assicurato, per quando sono diventata madre e mi hanno lasciata a casa dopo aver scelto di diventare tale.
Per quando mi hanno detto che senza figli sarei stata una donna a metà.
Per le risate che ho sentito quando non mi sono depilata, per le offese ricevute per non essermi vestita in maniera adeguata.
Per quando sono andata a scuola con i pantaloni lunghi e le magliette accollate anche a giugno.
Per quando mi hanno detto che le mie curve erano pericolose, o per quando hanno deriso i miei piccoli seni.
Per ogni patacca sul culo non richiesta.
Per quella volta che mi hanno infibulata
o quella volta che mi hanno uccisa perché considerata una cosa.
Quando mi hanno detto che me l’ero cercata.
Per il mio cadavere ritrovato nel giardino davanti casa venti anni dopo la mia scomparsa.
Per il vestito corto che mi ha fatta stuprare
E per la paura che ho avuto di non rivedere casa.
Anche io lotto come una ragazza.
Non esiste un modo di essere femmina, ma esiste un modo di essere ribelle. Deviate.
Fonte: Environmind
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