UNA DELEGA PER LA SUB-UMANITA’

Tutti i conflitti armati della storia umana si sviluppano dall’avidità del dominio delle società civili; dominio che si concretizza nella sottomissione di altre società e nello sfruttamento delle risorse di quel territorio invaso.

Le cause, le ragioni, i perché s’innescano certe scintille di guerra sono pretesti funzionali al mantenimento di un’immagine etica che la civiltà vuole passi alla storia di sé. In parole povere i motivi divulgati dei conflitti non sono che “stronzate”: la storia la scrivono i vincitori ed è proprio per questo che nell’arco dei millenni vediamo sempre opporsi popoli civili che sottomettono popoli barbari, dando più risalto ai presupposti benefici che questi coloni avrebbero riscontrato in termini di civiltà che alla crudeltà da essi perpetrata: propaganda pro impero. Cinquemila anni di civiltà che combatte, e vince, contro il cattivo di turno!
“L’eterna lotta tra il bene e il male” dove “il bene trionfa sempre”, dicono. Purtroppo un “bene” nato dalla violenza e destinato a perpetrarsi violentemente, tanto “bene” non sembra essere! È ancora l’ennesima maschera retorica con cui si travestono l’avidità e l’omicidio rendendoli “virtuosi ed eroici”.

A farne le spese di questa sovrastruttura violenta sono, come sempre, coloro che con le loro esistenze quotidiane muovono gli ingranaggi del sistema “civile”. Azioni innocue, ripetitive, ritenute necessarie e virtuose come sono il lavoro, l’educazione, la politica, il fare la spesa… ma dietro alle quali si cela quel mostro disumano che produce il finto benessere necessario a giustificarne l’esistenza, mentre dall’altro divora e distrugge miliardi di esistenze.

Non esisterebbe la cosiddetta “civiltà” se non ci fossero le guerre.

Non esisterebbe il cosiddetto benessere se non esistessero la depredazione, la soggezione al lavoro, lo sfruttamento assoluto.

Ovviamente può non essere vero il contrario, ovvero che senza civiltà non esisterebbe il dominio, ma l’unica certezza assoluta e provata è che la violenza geopolitica di oggi esiste in funzione di queste azioni banali che, come in un lungo effetto domino, sviluppano la civiltà generando controindicazioni devastanti.

La guerra non la fanno Trump-Putin-Pyongyang-Assad-Jinping, la guerra la facciamo noi ogni giorno accettando passivamente quello che c’è stato insegnato come buono e auspicabile; come possono essere il benessere o la politica “democratica”. Le nostre case confortevoli, lo smartphone, l’auto, le vacanze estive, il pranzo di Pasqua, le otto ore di lavoro in fabbrica, il macchinone sono bisogni superflui che trasudano di sangue e noi non ce ne accorgiamo, beando di quel che ci è concesso e biasimando le direttive politiche che, intanto, dichiarano guerra! Mentre Trump-Putin-Pyongyang-Assad-Jinping non sono che capri espiatori delle nostre coscienze, che ci permettono di continuare le nostre esistenze come se non stesse succedendo niente di così grave!
Abbiamo delegato alla politica anche la nostra empatia umana per permetterci di accusare qualcun altro delle vittime necessarie all’andazzo che ha preso il mondo, così da continuare a vivere nell’ignoranza la nostra insipida esistenza sub-umana.

Fonte: Iperfocale

 

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