L’informazione è ormai una vera e propria industria del cazzeggio sociale che è in grado di ridurre tutto a gossip e a caciara, in una totale frammentazione e dispersione di fatti e idee, che è atta a confondere e distrarre il pubblico offrendogli un finto dibattito preparato a tavolino, proprio come in un talk show dove tutti urlano e nessuno ha ragione ma intanto hai buttato 2 ore della tua vita. Se ci sarà veramente la terza guerra mondiale, sarà la prima guerra mondiale che con tutta probabilità commenteremo su Facebook come facciamo con Sanremo.
In questo marasma internettaro non mancano mai ovviamente le gaffe e le “frasi choc”, fondamentali affinché l’industria dell’intrattenimento mediatico possa andare avanti lavorando a pieno regime per qualche giorno o settimana; molto spesso però alcune categorie vengono penalizzate maggiormente rispetto ad altre, categorie che costituiscono delle minoranze, costituiscono “il diverso”. Come ad esempio quella dei vegani/antispecisti/animalisti, le cui uscite infelici – spesso grottesche e incredibilmente stupide – vengono amplificate e strumentalizzate a più non posso per fare spettacolo e suscitare polemiche.
Se un onnivoro si comporta da idiota è un idiota, se un vegano si comporta da vegano è un vegano. Tutto qui il problema.
Questo avviene principalmente perché i vegani, costituendo una minoranza che si oppone allo sfruttamento animale a 360 gradi (o giù di li) rappresentano una rottura di scatole per tutti e la loro stessa esistenza rappresenta già per molti un intollerabile atto d’accusa.
Quindi, visto che la migliora difesa è l’attacco, non si perde mai occasione per demonizzarli e deriderli pubblicamente, facendo leva sul pregiudizio diffuso che li vuole come “una setta” e quindi non come degli individui a sé stanti, diversi e addirittura spesso in contrasto fra loro sui metodi e sull’essenza della loro lotta.
Detto questo, non c’è dubbio che vi sia un problema di comunicazione, di “marketing”, per usare una brutta parola, da parte di molti attivisti e non del movimento vegan/antispecista che realizzano dei perfetti e puntuali assist a chiunque voglia dimostrare lo squilibrio mentale di “tutti i vegani”, e succede puntualmente dopo ogni tragedia umanitaria, si parla di karma, di giustizia verso gli sterminatori di animali e cose del genere, oppure semplicemente si tirano in ballo i diritti animali quando c’entrano ben poco, del tutto fuori luogo, dimostrando una mancanza di empatia verso gli stessi umani, i propri simili che non solo è in netto contrasto con la filosofia antispecista stessa ma che spesso in realtà neanche c’è ma troppa è la voglia di essere provocatori e troppo l’egocentrismo di apparire paladini degli animali a tutti i costi che si fanno passi falsi, passi falsi che poi pagano caro e che portano la battaglia per la liberazione animale invece che avanti nettamente indietro.
Con questa consapevolezza, abbiamo deciso di realizzare un video fra il serio e il faceto – tutto improvvisato – sul tema della comunicazione nel veganismo che potesse contribuire in qualche modo al dibattito in maniera costruttiva, cercando di rispondere in modo ironico a dei dubbi e quesiti, sollevare delle obiezioni, sottolineare delle problematiche attraverso la satira. Nella speranza che questo possa servire affinché in futuro sempre meno persone possano cadere nei tranelli dei mass media e tenere ben presente qual è il fine ultimo della battaglia e cioè (spoiler) che si parli degli animali e non degli animalisti.
Nel video Fulvio Venanzini e Roberto Scalisi (Logica Convenzionalista).
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